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TRIBUNALE DI TORINO CONFERMA INGANNEVOLEZZA DELLA CAMPAGNA DI BENEFICENZA PER IL PANDORO
Con una clamorosa sentenza il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato da Codacons si aggrava la posizione di Chiara Ferragni
COMUNICATO STAMPA
24 Aprile 2024
BALOCCO: TRIBUNALE DI TORINO CONFERMA INGANNEVOLEZZA DELLA CAMPAGNA DI
BENEFICENZA PER IL PANDORO GRIFFATO FERRAGNI
ORA SI APRE LA STRADA AI RISARCIMENTI PER TUTTI COLORO CHE HANNO ACQUISTATO IL
PANDORO
DOPO SENTENZA DEI GIUDICI SI AGGRAVA LA POSIZIONE DI CHIARA FERRAGNI INDAGATA PER
TRUFFA A MILANO
Con una clamorosa sentenza il Tribunale di Torino ha accolto il ricorso presentato da Codacons,
Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef, accertando la pratica scorretta messa in atto
dall’azienda Balocco sul caso del pandoro “Pink Christmas” griffato Ferragni, e l’ingannevolezza dei
messaggi lanciati al pubblico sulla campagna di beneficenza associata alla vendita del prodotto.
Una sentenza importantissima che ora da un lato apre la strada ai risarcimenti in favore di tutti i
consumatori che avevano acquistato il pandoro in questione, dall’altro aggrava la posizione di Chiara
Ferragni nell’indagine per truffa aggravata condotta dalla Procura di Milano.
Per la prima sezione civile del Tribunale di Torino (giudice Dott.ssa Gabriella RATTI) “le modalità di
pubblicizzazione e diffusione della pratica commerciale poste effettivamente in essere (anche) dalla società
BALOCCO S.p.A. hanno lasciato intendere ai consumatori, contrariamente al vero, che, acquistando il
“Pandoro PinkChristmas”, avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente al reperimento dei fondi
utili al finanziamento in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino per l’acquisto di un nuovo
macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei bambini affetti
da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing” – si legge nella sentenza - “Anche la rilevante differenza di prezzo
del “Pandoro PinkChristmas” rispetto al suo equivalente pandoro Balocco classico ha evidentemente
contribuito ad indurre nel consumatore il convincimento che nel maggior prezzo vi fosse una diretta
contribuzione al reperimento dei fondi utili al progetto di beneficenza […]Dunque, attraverso la diffusione di
tale comunicato stampa, è stato lasciato chiaramente intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro
PinkChristmas, gli stessi avrebbero contribuito direttamente e proporzionalmente alla sponsorizzata
donazione in favore l’Ospedale Regina Margherita di Torino, tant’è che è stato utilizzato un verbo futuro
(“…le cui vendite serviranno a finanziare…”) […]come correttamente evidenziato dalle parti ricorrenti, non è
stato tanto il prezzo di per sé del “Pandoro PinkChristmas”, liberamente determinabile trattandosi di un
mercato libero, quanto la sua messa in vendita ad un prezzo circa due volte e mezzo superiore rispetto a
quello del classico pandoro Balocco ad aver evidentemente rafforzato il convincimento in capo al
consumatore che, Pagina 23 con l’acquisto del prodotto, egli avrebbe contribuito al reperimento dei fondi
per il macchinario per la ricerca dei tumori ossei infantili in favore dell’Ospedale Regina Margherita di
Torino e che tale contributo alla donazione fosse incluso proprio in tale maggior prezzo. [...]La pratica
commerciale in questione, poi, oltre ad essere contraria alla diligenza professionale, è stata quanto meno
“idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del
consumatore medio”. I citati messaggi diffusi al pubblico, infatti, sono risultati idonei a fornire una
rappresentazione scorretta dell’iniziativa benefica relativa al reperimento dei fondi per finanziare l’acquisto
di un nuovo macchinario, che avrebbe permesso di esplorare nuove strade per le cure terapeutiche dei
bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing da parte dell’Ospedale Regina Margherita di Torino,
lasciando intendere, contrariamente al Pagina 24 vero, che acquistando il “Pandoro PinkChristmas” il
consumatore avrebbe potuto contribuire all’iniziativa.
Per il Tribunale di Torino, quindi, “deve accertarsi e dichiararsi la responsabilità della parte resistente
società BALOCCO S.p.A. per pratica commerciale scorretta ai sensi 20, comma 2, 21 e 22 del Codice del
Consumo, secondo quanto indicato in motivazione”.
Il tribunale ha accolto la nostra azione inibitoria volta ad accertare e dichiarare la responsabilità della
Balocco per pratica commerciale scorretta – dichiara il Codacons – Una sentenza che ora apre le porte ai
risarcimenti in favore di coloro che, ingannati dai messaggi lanciati dall’azienda e da Chiara Ferragni,
hanno acquistato il pandoro “Pink Chtistmas”, e che aggrava la posizione dell’influencer nell’inchiesta per
truffa aggravata aperta a Milano.