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PONTE SULLO STRETTO DOCCIA GELATA PER SALVINI
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte.

PONTE SULLO STRETTO DOCCIA GELATA PER SALVINI

Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del progetto del Ponte.



COMUNICATO STAMPA
16 Aprile 2024
Ponte sullo Stretto, doccia gelata per Salvini. Il Ministero dell’Ambiente chiede 239
nuovi documenti
(ANSA) – ROMA – 16 APR – Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha
richiesto 239 integrazioni di documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito
della valutazione del progetto del Ponte. Per la Valutazione di impatto ambientale (Via)
sono state richieste 155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la
Valutazione di incidenza (Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura
2000, i siti protetti di interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16
integrazioni, per la Verifica di ottemperanza (Vo) 2. Lo si legge sul sito della Commissione
Via-Vas del Mase. Le richieste di integrazione di documenti sono state fatte dalla
Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – Via e Vas del Mase.
Sono contenute in un documento di 42 pagine firmato dal coordinatore della
Sottocommissione VIa, Paola Brambilla. Il ministero chiede alla Stretto di Messina di
spiegare la compatibilità del progetto con gli aggiornamenti dei vincoli ambientali e
paesaggistici e degli strumenti di pianificazione territoriale. Chiede inoltre un’analisi più
approfondita dei costi e dei benefici dell’opera e un quadro riassuntivo di tutti gli
interventi previsti, “non limitandosi al solo elenco delle opere variate”, si legge nel
documento. Il Mase lamenta che Stretto di Messina “non descrive il sistema di
cantierizzazione, limitandosi all’elenco delle aree di cantiere” e non abbia fornito
informazioni sufficienti sulla gestione e lo smaltimento delle terre e rocce da scavo. Al
committente viene richiesto “un quadro aggiornato e congruente” sulle “condizioni di
pericolosità da maremoto” e l’aggiornamento delle stime sulla qualità dell’aria nella fase
di cantiere e in quella di esercizio.
Il Mase vuole dati più chiari e completi sull’impatto delle opere sull’ambiente marino, sui
corsi d’acqua superficiali, sulle acque sotterranee, e cita in particolare l’area dei Pantani di
Ganzirri, in Sicilia. Integrazioni vengono chieste sul consumo del suolo, sugli studi
geologici e sui rischi di subsidenza e di dissesto, sugli effetti del Ponte sulle attività
agricole, sul rumore a terra e sottacqua, sulle vibrazioni e i campi elettromagnetici. Il
Mase vuole più dati sui rischi per la biodiversità, la flora e la fauna, il paesaggio e la salute
pubblica. Il ministero fa poi 66 richieste di chiarimenti su tutte le possibili conseguenze
del Ponte sui siti della Rete Natura 2000, le aree riconosciute di pregio ambientale sulla
base della Direttiva Ue Habitat. Il Mase ritiene insufficiente anche la documentazione sul
Piano di utilizzo delle terre (Put) e avanza 16 richieste di integrazione in materia. (ANSA)
Le integrazioni richieste dal Mase
Nel giorno dell’avvio della conferenza dei servizi al ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti per l’istruttoria del Ponte sullo Stretto – presenti l’amministratore delegato della
Stretto di Messina Piero Ciucci, il Rup Valerio Mele, la sindaca di Villa San Giovanni Giusy
Caminiti e il primo cittadino di Messina Federico Basile – il ministero dell’Ambiente chiede
alla società concessionaria per la realizzazione del collegamento stabile fra la Sicilia e la
Calabria un elenco di integrazione documentali, avendo, evidentemente, ritenuto fondate
le osservazioni presentate qualche giorno fa dai comuni.
In oltre 40 pagine, la coordinatrice della Sottocommissione per la Valutazione di impatto
ambientale Paola Brambilla, formula precise richieste di aggiornamento del progetto, per
verificare ad esempio la compatibilità degli interventi con i vincoli e le tutele ambientali e
paesaggistiche. Il documento del Mase si sofferma sull’analisi costi e benefici per
richiedere una più approfondita descrizione del contesto sociale, economico, politico e
istituzionale in cui si cala il progetto. Chiede, ancora, una descrizione del sistema di
cantierizzazione, compresa la gestione delle terre e delle rocce da scavo, quantificando le
superfici e descrivendo lo stato attuale dei luoghi, la loro destinazione e il loro effettivo
utilizzo, richiedendo una sintesi dei dati in tabelle e grafici di chiara lettura. Un’ulteriore e
articolata integrazione riguarda le condizioni di pericolosità da maremoto dell’area dello
Stretto di Messina, per arrivare a definire dettagliati scenari di potenziali inondazioni e le
relative valutazioni dell’impatto a terra.
Approfondimenti sull’ambiente marino
Sotto la lente del ministero anche la qualità dell’aria, la dispersione degli inquinanti e
l’ambiente marino, da Ganzirri a Cannitello, con la richiesta di un’analisi dettagliata degli
effetti della costruzione di pontili sui terreni dell’area di cantiere e di studi sull’ evoluzione
della linea di costa. Lato Sicilia, serve una maggiore caratterizzazione dell’area dei Pantani
di Ganzirri. In Calabria, invece, è necessario approfondire il progetto di gestione del
rischio idrogeologico e produrre più dettagliate cartografie. Un’attenzione particolare è
posta sull’inquinamento acustico, il rumore subacqueo, le vibrazioni e i campi
elettromagnetici. Si richiedono integrazioni a tutela della biodiversità, ulteriori valutazioni
sulle opere di ripascimento e di difesa costiera. Dettagli sulle specie marine protette,
verificando l’interferenza dei lavori. Monitoraggi dell’atmosfera, dell’ambiente marino,
sulle acque superficiali e sotterranee.

Il Mase chiede 239 nuovi documenti. Caminiti: le richieste tutelano i territori
Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha richiesto 239 integrazioni di
documenti alla Società Stretto di Messina S.p.A, nell’ambito della valutazione del
progetto del Ponte. Per la Valutazione di impatto ambientale (Via) sono state richieste
155 integrazioni. Altre 66 integrazioni sono state richieste per la Valutazione di incidenza
(Vinca), che verifica le conseguenze di un’opera sui siti Natura 2000, i siti protetti di
interesse Ue. Per il Piano di utilizzo terre (Put) sono state richieste 16 integrazioni, per la
Verifica di ottemperanza (Vo) 2. «Complessivamente le richieste formulate dal Mase
tutelano i territori e il meraviglioso Stretto di Messina – commenta con soddisfazione la
sindaca di Villa San Giovanni Giusy Caminiti – soprattutto vanno nella direzione di
impedire una riprogettazione in fase esecutiva che ritengo un’evenienza molto
pericolosa».
Dalle procure al Cipess, 45 messinesi contro l’opera
Intanto arriva fino al Cipess l’esposto di un gruppo di messinesi, 45 tra avvocati,
magistrati, professori universitari, cittadini comuni (“non aderenti a partiti o movimenti,
senza etichette e bandiere”, precisano), presentato alla Procura della Repubblica di Roma,
di Messina e alla Corte dei conti: chiedono che sia «valutata l’eventuale configurabilità di
reati contro la fede pubblica e il patrimonio, sia nel parere recentemente espresso dal
comitato scientifico della società Stretto di Messina sulla relazione integrativa del vecchio
progetto definitivo del ponte, presentata dalla “Webuild”, sia nella conseguente delibera
di approvazione da parte del cda della società concessionaria».
Il ponte sullo Stretto tra due esposti, anzi tre
Allo stesso modo, sull’altra sponda, quella calabrese, gli attivisti del nuovo comitato “Ti
tengo Stretto” Rossella Bulsei, Giuseppe Fedele, con il segretario del Pd di Villa San
Giovanni Vincenzo Musolino e l’avvocata Maria Grazia Fedele hanno presentato alla
Procura della Repubblica di Reggio Calabria un documento che segnala anomalie e
criticità sulle procedure contrattuali e sulla fattibilità complessiva dell’opera. Si
soffermano, in particolare, sul giudizio negativo della valutazione d’impatto ambientale
già espresso in passato, sulle problematiche geologiche e sul rischio sismico dell’area
dello Stretto di Messina, sulla relazione d’aggiornamento del progettista e sui costi
dell’opera.
I due esposti integrano, di fatto, il primo sottoscritto due mesi fa dal deputato di Avs
Angelo Bonelli, dalla segretaria del Pd Elly Schlein e da Nicola Fratoianni, segretario di
Sinistra Italia, presentato alla procura di Roma. La pm Alessia Natale, che si occupa di
reati contro la pubblica amministrazione, ha aperto un’indagine sulle procedure per le
attività di progettazione e di realizzazione del collegamento stabile fra Calabria e Sicilia.
Il Ponte al momento è solo un’idea progettuale
L’esposto messinese ruota in modo particolare intorno alle 68 raccomandazioni del
comitato scientifico al progetto del Ponte: «Nel momento in cui il Comitato dà parere
positivo sulla relazione del progettista integrativa del progetto definitivo dell’opera –
affermano i firmatari dell’esposto – la dichiara approvabile. Dice in buona sostanza al suo
interlocutore, il consiglio di amministrazione della Stretto di Messina, la potete approvare,
anche se raccomandiamo ulteriori attività in vista del progetto esecutivo. Ma un progetto
che non sciolga il dubbio fondamentale se l’opera possa davvero essere realizzata, con
quali componenti e, perciò, con quali reali costi è semplicemente un’idea progettuale».
Nel documento si affrontano inoltre questioni ancora più delicate, come «la possibilità di
stipulare a breve, già dopo l’approvazione del Cipess e indipendente dalle
raccomandazioni del comitato scientifico, atti aggiuntivi che potranno riportare in vita i
contratti caducati nel 2012»