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PRESIDENTE CODACONS SUBISCE TENTATIVO DI TRUFFA
Carlo Rienzi vittima di "Phishing"
30 Gennaio 2024
PHISHING: COME NON ABBOCCARE ALL’AMO DEL DELINQUENTE INFORMATICO!
Le persone vengono raggirate attraverso un inganno… Il “cavallo di Troia” funziona ancora ai
nostri giorni!
Si inviano messaggi che destano interessi ai diretti interessati, tipo: Offerte commerciali incredibili,
Regali di vario tipo, Giochini per il Cellulare gratuito, etc. e
Negli ultimi anni, anche messaggi di aiuto dove si richiedono esplicitamente soldi per risolvere un
problema: quindi – o Indirettamente o Direttamente – il FINE è RUBARE SOLDI!
L’imbroglio nasce tanti anni fa quando l’Informatca ancora non esisteva studiando la psiche delle
persone ed i loro Comportamenti-Reazioni ed imparando a fare leva sulle fragilità, le debolezze,
l’ingenuità o sul fatto che si pensi che: FINALMENTE “LA DEA DELLA FORTUNA VOGLIA
BACIARCI”!
Questo studio dei comportamenti umani (“Ingegneria sociale”) si è evoluto ed è stato esteso a tutti
i settori che consentissero di raggiungere altre persone, tra cui tutti i mezzi d’informazione ed
ovviamente quelli moderni tra cui anche il campo informatico.
Si inviano attraverso vari mezzi informatici tra cui:
SMS, E-mail, e vari Social trai i più noti: WhatsApp, Facebook, etc. messaggi che invitano a fare
un CLICK per accedere ad una “particolare richiesta vantaggiosa” o per “risolvere un problema”; a
questo punto si innescano una serie di procedure che guidando l’utente in ambien
“apparentemente sicuri” lo costringono psicologicamente ad inviare informazioni personali con le
conseguenza di trovarsi con acquisti indesiderati o ad aver divulgato la propria rubrica
consentendo la famosa “CATENA DI SANT’ANTONIO” che allargherà la sfera delle persone
coinvolte e truffate!
Come impedire tutto ciò?
– Proteggere il proprio computer-telefonino-smartphone-tablet etc. con una “PASSWORD
D’ACCESSO”
– Attivare quanto meno la “VERIFICA IN DUE PASSAGGI” o “l’OTP” all’interno di tutte le
applicazioni che lo consentono
– Usare Software Antivirus e Anti-Phishing
– Se possibile, salvare le proprie password in luoghi sicuri o criptati
– Non cliccare su LINK sconosciuti e non farsi ingannare se nel link c’è scritto per esempio:
“AMAZON” perché rischiate di finire su un sito che è simile ad AMAZON ma ha un nome che non
fa parte di AMAZON!
– Verificate se il sito esiste da poco tempo attraverso, per esempio, il sito “WHOIS” perché
potrebbe non essere sicuro!
– Verificate se il sito è sicuro attraverso il simbolo di sicurezza: CERTIFICATO SSL
– Nel dubbio, se state parlando o meno con un interlocutore conosciuto, provate a ricontattarlo
attraverso altre strade per verificare la sua identità
– Non installare SOFTWARE GRATUITO a meno che non vi sia stato consigliato da un esperto
– Non esitate di segnalare al “CODACONS Sportello Tecnologico” qualsiasi perplessità
COMUNICATO STAMPA
30 gennaio 2024
TLC: INCREDIBILE! IL PRESIDENTE DEL CODACONS SUBISCE UN TENTATIVO DI TRUFFA
CON UN NUMERO VODAFONE MA VODAFONE RIFIUTA DI FORNIRGLI I DATI DEL
TRUFFATORE!!
CODACONS CHIEDE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI VALUTARE IL
COMPORTAMENTO DELLA SOCIETÀ TELEFONICA, IL TRUFFATORE CHE POTREBBE
COMMETTERE ALTRI REATI
PARTE OGGI UNA RICHIESTA A VODAFONE IN BASE ALL` ART 391 BIS CPP PER
COSTRINGERE LA SOCIETÀ A DENUNCIARE IL TRUFFATORE
Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, subisce un tentativo di truffa telefonica
attraverso un numero che sembrerebbe appartenere a Vodafone, ma l’azienda rifiuta di
fornirgli i dati del truffatore. La vicenda viene resa nota dall’associazione, che denuncia
come ieri, attraverso il servizio di messaggistica Whastapp, Rienzi abbia ricevuto un
messaggio da parte del numero telefonico 3481960453 attraverso il quale il cyber-
truffatore si fingeva un parente che aveva cambiato numero, affermando di essere in
difficoltà e di aver bisogno di un bonifico urgente, fornendo anche l’Iban dove effettuare
l’accredito dei soldi.
Contattata Vodafone, la società ha rifiutato di fornire i dati circa l’intestatario dell’utenza
da cui è partito il tentativo di truffa.
Il Codacons ha dunque chiesto alla Procura della Repubblica di Roma di valutare il
comportamento dell’operatore telefonico, che non intervenendo per bloccare il numero
potrebbe consentire al truffatore di realizzare altri illeciti a danno di altri utenti.
L’associazione inoltre, sulla base dell’art. 391 bis del codice di procedura penale, chiede di
costringere Vodafone a denunciare l’intestatario dell’utenza da cui è partito il messaggio
truffaldino.
Il Codacons infine mette in guardia i consumatori: se un figlio o parente manda un
messaggio affermando di avere cambiato numero di telefono e chiedendo soldi,
potrebbe essere una truffa.