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CONVEGNO SULLA PUBBLICITA CODACONS
privacy, autorita’ garante: “tempi sono maturi per norme su sfruttamento commerciale dei minori

CONVEGNO SULLA PUBBLICITA CODACONS

privacy, autorita’ garante: “tempi sono maturi per norme su sfruttamento commerciale dei minori



COMUNICATO STAMPA
6 luglio 2022
PRIVACY, AUTORITA’ GARANTE: “TEMPI SONO MATURI PER NORME SU SFRUTTAMENTO
COMMERCIALE DEI MINORI”
ACCIAI (DIPARTIMENTO RETI TELEMATICHE E MARKETING GARANTE PRIVACY) LANCIA
ALLARME SU USO ILLECITO IMMAGINI DEI BAMBINI
DURANTE IL CONVEGNO SULLA PUBBLICITA’ ORGANIZZATO DAL CODACONS
“I tempi sono maturi per varare in Italia norme sull’utilizzo commerciale dei minori”. Lo
affermato oggi Riccardo Acciai, Direttore del Dipartimento reti telematiche e marketing
presso il Garante della privacy, intervenendo al convegno in tema di marketing e
pubblicità organizzato oggi dal Codacons.
“Vi è l’esigenza di salvaguardare gli interessi dei minori e garantire il loro equilibrato
sviluppo – ha spiegato Acciai – Quando vediamo foto di bambini sui social network non ci
meravigliamo più, ma dovremmo domandarci se un domani i ragazzi saranno contenti di
ciò che i genitori hanno pubblicato. Anche perché, è bene ricordarlo, una volta che una
immagine viene diffusa su web o social è molto difficile se non impossibile ottenerne la
rimozione”.
“L’ambito di intervento non è solo quello dello sfruttamento commerciale dell’immagine
dei minori, ma quello ancora più preoccupante di un genitore normale che posta
continuamente sui social foto dei propri figli senza rendersi conto che tali immagini
possono essere usate e sfruttate per fini illeciti” – ha proseguito Acciai.
Sul tema sono intervenute anche le influencer Benedetta De Perna e Benedetta Mancini
che hanno spiegato come chi svolge il ruolo di influencer abbia il compito di combattere
il voyerismo estremo, creando contenuti che abbiano un valore artistico ed emotivo
tutelando i minori evitando di pubblicare loro foto in pose ambigue o immagini
eccessive.
Lo sfruttamento delle immagini dei minori deve terminare anche da parte degli stessi
genitori – hanno poi sostenuto Riccardo Acciai e le due influencer – perché i bambini non
possono esprimere il loro consenso e quando saranno adulti troveranno su web e social
network una moltitudine di loro foto utilizzabili da tutti senza alcun controllo. Come
ricordato dallo stesso fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, la maggior parte delle
foto di bambini postate sui social finisce nella rete dei pedofili: nonostante ciò ancora
oggi i giudici italiani ritengono che definire “sfruttatori” quei genitori che fanno soldi
grazie alle foto dei propri figli, sia una affermazione diffamatoria.