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FALCONE
giornata della legalità o della fantasia?

FALCONE

giornata della legalità o della fantasia?



COMUNICATO STAMPA
24 maggio 2022
FALCONE, CODACONS: GIORNATA DELLA LEGALITÀ O DELLA FANTASIA?
“Se qualcuno atterrasse per caso sulla Terra da un pianeta sconosciuto, e pensasse bene -
per caso o per scelta - di approdare qui da noi nel Belpaese in piena Giornata Della
Legalità, penserebbe senza dubbio che l’Italia sia diventata tutto insieme un Paese mafia-
free. Da tutte le parti - in TV, sui giornali, in radio e nelle dichiarazioni pubbliche dei vari
protagonisti - l’accento è tutto sul “riscatto morale” del Paese; che, dopo le atroci vicende
di Falcone e Borsellino, ritrovò l’unità d’intenti perduta e, scrollandosi di dosso complicità
e incertezze, seppe mondarsi dalla secolare piaga mafiosa. Sintesi più o meno generale:
noi italiani ne abbiamo viste tante, ma ora la mafia è solo un ricordo. Peccato solo che
questa sia una fantasia, lontana dalla verità, e che le cose stiano in un altro modo”.
Lo scrive sul suo blog il presidente Codacons, Carlo Rienzi, in merito alle
commemorazioni per il trentennale della strage di Capaci.
“I dati infatti dicono l’esatto contrario: confermano il tradizionale presidio del
Mezzogiorno, che non è mai venuto meno - neanche dopo gli omicidi dei nostri
magistrati - ma anche una crescente presenza delle mafie in molte aree del Centro e del
Nord. Mafia S.P.A., nei fatti, è un colosso economico: i volumi di affari legati alle attività
illegali – attraverso le quali la criminalità organizzata si finanzia e si arricchisce – sono
ingenti e si può stimare che rappresentino oltre il 2 per cento del PIL italiano (Transcrime
2015, Istat 2021). A tali valori occorre poi aggiungere i proventi delle mafie ottenuti
attraverso l’infiltrazione nell’economia legale: e chissà quanti sono. Secondo Transcrime
(2015), i ricavi dalle attività illegali raggiungerebbero un totale di circa 26 miliardi di euro,
derivanti principalmente da droghe (7,7), estorsioni (4,8), prostituzione (4,7),
contraffazione (4,5) e usura (2,2). E i numeri sono confermati anche dagli osservatori sul
campo: la percentuale di imprese che ritiene abbastanza o molto probabile che si siano
verificati fenomeni legati alla criminalità organizzata nel mercato in cui operano è in
crescita, passando dal 9 per cento nel 2019 al 16 nel 2020.
Altro che “riscatto morale”: le organizzazioni criminali, in Italia, prosperano. Magari non
piazzano granate sull’autostrada, ma incassano e fatturano. Tanto che la propensione a
inquinare l`economia legale trova conferma nell`incremento delle segnalazioni di
operazioni sospette, 49.104 nel primo semestre 2019, 54.228 nel primo semestre 2020 e
68.534 nello stesso periodo del 2021, e delle interdittive antimafia, rispettivamente 279,
384 e 455 (datri DIA,
https://www.rtl.it/notizie/articoli/le-mafie-e-il-controllo-sull-
economia-italiana-il-rapporto-della-dia-sugli-obiettivi-della-criminalita-organizzata/ ).
Tutto questo, a quanto pare, per certi nostri compatrioti non esiste. Lo stanco rituale della
Giornata della Legalità si ripete anno dopo anno, tra slogan triti e ritriti, parole d’ordine
soporifere e già sentite, incomprensibili e poco ispirate iniziative pubbliche, orribili
celebrazioni nelle scuole e nelle piazze. Ma è ora di dire le cose come stanno, almeno il
giorno dopo, e di accorgersi che qualcosa - nel discorso pubblico sulla mafia, che infatti
quasi non esiste - non torna. La criminalità è sparita dall’agenda politica e giornalistica. E
se la magistratura si riduce a perquisire la sede di Report per scoprire qualcosa sui
rapporti tra organizzazioni criminali ed eversione, se l’omaggio ai nostri più grandi
magistrati è affidato a chi li definisce “incredibilmente punk”, è ora che qualcuno spezzi il
coro unanime: no, la mafia non è sconfitta. E in molti casi sta anche vincendo la partita.