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VACCINO ANTICOVID OBBLIGO O RACCOMANDAZIONE?
Attraverso la copertura vaccinale di almeno il 95 % della popolazione sarà possibile raggiungere la cd immunità di gregge
VACCINO ANTICOVID: OBBLIGO O RACCOMANDAZIONE?
La maggioranza della comunità scientifica ritiene che soltanto attraverso la copertura
vaccinale di almeno il 95 % della popolazione sarà possibile raggiungere la cd immunità di
gregge e scongiurare la diffusione endemica del virus. Ebbene, ciò nonostante, il dibattito
sull’obbligatorietà della vaccinazione è ancora aperto. La questione portata avanti dai NO
VAX attraverso campagne di informazione, talvolta molto suggestive, che indicano effetti
collaterali privi di fondamento divide la popolazione ed anche la politica. Nei giorni scorsi
mi è capitato di ascoltare dichiarazioni preoccupanti sull’argomento da parte di deputati
ma anche di alcuni medici che arrivano a negare l’emergenza sanitaria, a loro dire, frutto
di un complotto ordito da non si sa bene quale centro di potere….In realtà, la scelta fatta dal
ns Governo e dalla maggior parte degli stati UE, della semplice raccomandazione e del
rispetto, così, della libertà di scelta del cittadino costituisce una mera soluzione di
COMODO visto che, in realtà, già nel 2018, l’argomento dell’obbligo vaccinale fu sottoposto
al vaglio della Corte Costituzionale. Infatti nel 2017, l’allora ministra della salute Beatrice
Lorenzin, del governo Gentiloni, con D.L. n. 73/2017, poi convertito in legge n. 119/2017,per
contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, che
aveva portato a una copertura vaccinale al di sotto della soglia raccomandata
dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta “immunità di
gregge”, rese obbligatori 12 vaccini (poi ridotti a 10, di cui 4 “storici”) per i minori sotto i 16
anni di età. La Sentenza n. 5/2018, redatta dalla futura presidente Marta Cartabia, che
ratificò l’operato del Governo, per le conclusioni e i principi affermati, è, ancora oggi, di
grande attualità. Nell’occasione la Corte, in primo luogo, di fronte ad una copertura
vaccinale insoddisfacente e alla contemporanea notizia di risvolti epidemiologici
preoccupanti, ritenne legittimo l’uso della decretazione d’urgenza poichè, rientrava, a pieno
titolo, nella discrezionalità e responsabilità politica del Governo, in simili situazioni,,
l’obbligo di intervenire in maniera uniforme su tutto il territorio per garantire, in tal modo,
la prevenzione della diffusione delle malattie infettive superando, anche, ogni conflitto con
le regioni sulla riserva di legge in materia sanitaria. Inoltre la Consulta precisò anche che, la
legge impositiva di un trattamento sanitario non risultava incompatibile con l’art. 32 Cost.
ogni qual volta: il trattamento fosse diretto non solo a migliorare lo stato di salute di chi vi è
assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri; e fosse possibile prevedere che lo
stesso non incidesse in maniera negativa sullo stato di salute di colui che fosse obbligato, fatta
eccezione per le conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili. Ebbene se nel 2017 la
preoccupazione per un ‘epidemia” di morbillo di 4.885 casi e 4 decessi, giustificò posizioni
“impositive” sui vaccini, a maggior ragione dovrebbe avallarli l’attuale emergenza sanitaria
pandemica, vista anche la disponibilità di un vaccino approvato dalle autorità mediche e
scientifiche competenti in materia. Ci vorrebbe una scelta tempestiva e precisa, frutto di una
maggioranza forte e coesa e di un approccio responsabile della popolazione. Purtroppo tutto
ciò sembra lontano! Infatti passata la sorpresa e l’allarme della primavera scorsa, nonostante
la persistenza di una situazione di allarme, nei palazzi di potere sono ritornate in voga le
vecchie abitudini e la distanza della politica dalla vita dei cittadini non è diminuita. Le
notizie di questi giorni sono emblematiche! Avv. Raffaella D’Angelo Ufficio legale
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