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INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Fu l’inizio di tante battaglie della nostra associazione al fianco di amministratori locali sensibili e cittadini furibondi e spaventati
INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO
Tutto incominciò nel 1995…la società di telecomunicazioni che all’epoca
si chiamava OMNITEL ITALIA spa ricorse innanzi al Tribunale civile
avverso il diniego manifestato da un condominio per l’ installazione di un
antenna sulla terrazza di copertura dello stabile. Nella vicenda il colosso
della telefonia, all’epoca in forte ascesa, si trovò ad affrontare una serie di
congiunture negative. In primo luogo la scelta sbagliata del luogo: si trattava
del palazzo accanto a quello dove il CODACONS aveva la sua sede . In
aggiunta a tale sciagura gli toccò anche di imbattersi in una giovane
avvocatessa appassionata e in un giudice lungimirante che, nel tempo, ha
fatto giurisprudenza in tema di diritti civili. Tutto ciò accadeva a
SALERNO! Fu l’inizio di tante battaglie della nostra associazione al fianco
di amministratori locali sensibili e cittadini furibondi e spaventati per la loro
salute che si conclusero però con un nulla di fatto attesa la posizione sibillina
assunta dal legislatore che si limitò ad una scarna ed insufficiente normativa.
La questione giuridica fu sopita ma il problema continuava a sussistere. Agli
albori quasi come una sorta di preveggenza, innanzi alla diffusione
incontrollata delle moderne tecnologie, in risposta alla mancanza di dati
scientifici certi che avrebbero richiesto anni di studio ed indagini
epidemiologiche si invocò l’adozione del principio di cautela o di
precauzione. A distanza di anni la risposta dopo qualche timido segnale
finalmente è arrivata! In questi giorni una sentenza emessa oggi dalla Corte
d’Appello di Torino ha confermato una sentenza di primo grado del
Tribunale di Ivrea, affermando l’esistenza di un nesso di causalità tra l’uso
continuo del telefono cellulare e l’insorgenza del cancro. Il precedente
trattava del caso di una persona che aveva utilizzato il telefonino per almeno
tre ore al giorno per ragioni di lavoro in un arco di tempo prolungato per
15 anni. Il lavoratore aveva contratto un tumore, benigno ma invalidante,
ed aveva promosso causa contro l’Inail per il riconoscimento della
malattia professionale che aveva riportato. Prima i giudici del tribunale,
ora quelli della Corte d’Appello, hanno riconosciuto valide le sue ragioni e
hanno condannato l’Ente a corrispondergli una rendita vitalizia. E’ un
evidente cambio di rotta. Oggi rispetto al 1995 la scienza ha maturato delle
conoscenze e indagini epiedemiologiche importanti ci parlano dell’evidenza
di un rischio per la salute soprattutto per i bambini derivante dalla
esposizione ai campi elettromagnetici. Oggi purtroppo il cellulare è sempre
più presente nelle nostre abitudini di vita e l’elettrosmog è un effetto
moltiplicatore di altre fonti inquinanti. E’ pertanto assolutamente necessario evitare esposizioni prolungate o, semplicemente, contrariamente allo spirito
dell’epoca in cui viviamo, sarebbe opportuno evitare ECCESSI!
Avv. Raffaella D’Angelo Ufficio legale CODACONS CAMPANIA