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TARSU
L’ordinanza n. 22531 del settembre 2017 della Corte di Cassazione ha affermato un importante principio in materia di tassa sui rifiuti solidi urbani.

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L’ordinanza n. 22531 del settembre 2017 della Corte di Cassazione ha affermato un importante principio in materia di tassa sui rifiuti solidi urbani.



TARSU: L’EMERGENZA RIFIUTI PUÒ RIDURLA.
L’ordinanza n. 22531 del 27 settembre 2017 della Corte di Cassazione ha affermato un
importante principio in materia di tassa sui rifiuti solidi urbani.
La tassa può essere ridotta per i contribuenti che a causa di un allarme di igiene ambientale
subiscono un disservizio grave e perdurante nel tempo anche se, il malfunzionamento del
servizio non sia direttamente ascrivibile all’amministrazione cittadina.
La vicenda trae origine da un ricorso alla Commissione Tributaria di Napoli ad opera di un
noto e prestigioso Hotel di Napoli il quale aveva impugnato dinanzi a tale organo l’esosità
della tassa in un periodo in cui la raccolta dei rifiuti a Napoli non era avvenuta con frequenza o
meglio aveva creato all’Hotel addirittura dei danni economici.
La commissione Tributaria non aveva in prima istanza accolto tale richiesta, ovvero la
riduzione del tributo per l’annualità 2008 allorquando si verificarono nella città di Napoli le
notorie e protratte disfunzioni nella prestazione del servizio di raccolta dei rifiuti.
L’Ordinanza della Cassazione che farà sicuramente giurisprudenza ha stabilito quindi un
importante principio e cioè che anche quando il mal funzionamento del servizio derivi da
situazioni emergenti legate alla “saturazione degli impianti terminali di conferimento dei
rifiuti solidi urbani”, si ha diritto alla riduzione.
In poche parole se il servizio non funziona, anche per situazioni di emergenza, la tassa va
ridotta.
Dalla lettura dell’ordinanza derivano poi altri principi, ovvero: il servizio si deve svolgere in
modo ordinato ed agevole al fine di consentire al cittadino di usufruirne in maniera regolare.
Se ciò non accade allora si deve applicare quanto già previsto dal D. Lgs. 507/93 che prevede
la riduzione del 40% che può passare al 60% laddove si verifichi un grave disservizio che non
renda fruibile il servizio in modo perdurante e non temporaneo.
Questa riduzione, va precisato, non è né una sanzione né un risarcimento del danno ma una
misura di riequilibrio tra il costo del servizio e la ridotta fruizione del contribuente e quindi
prescinde da qualsiasi responsabilità tra l’altro non prevista dalla legge.
La disfunzione poi non deve essere episodica o temporanea ma il disservizio deve durare a
lungo nel tempo.
In tal caso il contribuente ha diritto alla riduzione indipendentemente dalla responsabilità
dell’ente comunale.
Nella fattispecie analizzata dalla Suprema Corte, il Comune di Napoli si era difeso affermando
che la situazione emergenziale di mancata raccolta dei rifiuti si era verificata non per sua
colpa tant’è che vi era anche un commissario straordinario e che il comune di Napoli
certamente non avrebbe potuto prevedere che gli impianti di raccolta, di competenza del
commissario straordinario, si sarebbero saturati a causa del mancato completamento del ciclo
di lavorazione dei rifiuti. Su tale punto la Cassazione, nel respingere tale tesi difensiva, ha
stabilito che non assume alcuna importanza la responsabilità comunale laddove la riduzione è
prevista dalla legge per il semplice fatto obiettivo che il servizio non venga erogato
regolarmente.
Avv. Maria Cristina Rizzo
Ufficio Legale Codacons Campania