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SPIAGGE LIBERE E STABILIMENTI BALNEARI
Come difendersi dagli inconvenienti che possono presentarsi a coloro che trascorreranno le loro ferie al mare

SPIAGGE LIBERE E STABILIMENTI BALNEARI

Come difendersi dagli inconvenienti che possono presentarsi a coloro che trascorreranno le loro ferie al mare



SPIAGGE LIBERE E STABILIMENTI BALNEARI.
ESTATE….tempo di vacanza! Come difendersi da inconvenienti che possono
presentarsi per coloro che trascorreranno le loro ferie al mare?
Tutte le spiagge fanno parte del demanio marittimo e costituiscono pertanto una
proprietà inalienabile dello Stato, un bene pubblico di proprietà comune. Dopo la
riforma del titolo V della Costituzione del 2001, la loro gestione amministrativa è
passata dallo Stato ai singoli comuni. A questi quindi è data la facoltà di
concessione delle spiagge a privati per la loro valorizzazione tur istica. I privati
concessionari pagano un canone di concessione che va in gran parte allo Stato,
titolare del diritto , e, in minima parte, ai comuni, che comunque si occupano della
riscossione, per finanziare i propri compiti gestionali ed amministrativi. Una
Direttiva europea impone di rivedere questo sistema e di prevedere le
concessioni attraverso gare ad evidenza pubblica che impongano una durata
massima e impediscano proroghe ad libitum. Il risultato, invece, è che le gare
non si fanno, i gestori res tano sempre gli stessi da anni, i c anoni di locazione
sono ridicoli, e vi sono occupazioni abusive di tratti di costa e violazioni
sistematiche di norme e sentenze europee. Quella che dovrebbe essere una
gigantesca risorsa economica — il Belpaese vanta 7.375 chilometri di coste— si
traduce in una situazione di caos totale e in un misero introito per lo Stato: le
concessioni hanno infatti generato nel 2016 solo 101,8 milioni di euro, a fronte di
un fatturato stimato da Nomisma in almeno 15 miliardi di euro . Questo perché le
spiagge vengono date in gestione a canoni quasi simbolici — spesso si tratta di 4 -
500 euro al mese, la metà di un monolocale in centro a Milano, per 2 -3.000 metri
quadri di spiaggia — secondo meccanismi di rinnovo «automatico» delle
conc essioni, che passano di padre in figlio consentendo lucrosi business alle circa
30.000 imprese del settore e una privatizzazione de facto. Già nel 2009 l’Ue
aveva avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, chiedendo la
messa a gara dell e concessioni visto che la Direttiva Bolkestein del 2006 prevede
la possibilità, anche per operatori di altri Paesi dell’Ue, di partecipare ai bandi
pubblici per l’assegnazione. L’Italia, ignorando i moniti Ue, ha disposto la proroga
automatica delle conce ssioni fino al 31 dicembre 2020. Ma la Corte di Giustizia Ue
l’ha bocciata con una sentenza del luglio del 2016. E pochi giorni fa il Tar della
Lombardia ha stabilito che vanno organizzate subito gare pubbliche affermando
che il decreto legge del 2016 con il quale il ministro Enrico Costa statuiva che « le
concessioni sono legittime in attesa della legge di riforma del settore » va
disapplicato, in quanto contrario alla disciplina Ue sulla concorrenza.
Quelle porzioni di spiaggia assegnate in concessione vengono attrezzate dai
privati con servizi a pagamento. Per quanto riguarda il prezzo da applicare vige il
libero mercato, la legge prevede semplicemente che l’importo debba essere
adeguato al servizio offert o. Pertanto la valutazione spetta all’utente che dovrà
comunque ricevere uno standard minimo ossia : docce incluse nel prezzo e in
numero sufficiente; bagni; spogliatoi; pulizia della spiaggia; contenitori per i
rifiuti in maniera differenziata, posacenere , e soprattutto un adeguato servizio di
sicurezza e di salvamento con mezzi idonei e personale provvisto di brevetto.
A gennaio 2015, l’International Organization for Standardization – ISO , a questo
riguardo, ha emanato uno standard di valenza internazi onale specifico per gli
stabilimenti balneari: la ISO 13009:2015 . La norma stabilisce i requisiti generali
per l’ imprenditore balneare che offre servizi ai turisti, ai visitatori ma anche
all’utente locale e che si rapporta e confronta con le amministrazio ni. Lo scopo è
quello di realizzare una “ gestione aziendale sostenibile ” con strutture a basso
impatto ambientale, integrate con l’ ambiente circostante, a servizi offerti
in sicurezza sia dal punto di vista del lavoratore che dal punto di vista del
fruitor e del servizio stesso, a una alta qualità dei servizi offerti non solo come
qualità percepita ma anche misurata. Punti focali sono l` informazione ,
la comunicazione e la promozione verso il cliente, l’accessibilità al servizio con
particolare attenzione per persone con necessità specifiche, le attività di pulizia e
manutenzione, la gestione dei rifiuti. La certificazione di qualità secondo i predetti
standard è uno strumento di marketing di livello internazionale che fornisce
un importante vantaggio competitivo in termini di immagine verso il cliente ,
con positive ricadute a livello promozionale anche per le agenzie di viaggio
nazionali ed estere, per gli alberghi ecc.. Pertanto non è assolutamente
obbligatoria anche se la sua presenza è sinonimo di una cert a garanzia e
sostenibilità del servizio fornito.
Per quanto riguarda i rifiuti sulle spiagge ,da quest’anno c’è una importante
novità. Infatti le norme del c.d. "Collegato ambientale", entrato in vigore il 2
febbraio scorso, prevedono sanzioni salate a chiunque abbandona mozziconi di
sigaretta nelle acque, negli scarichi e sulle spiagge, con una multa che
parte da 30 euro per arrivare fino a 300. Ciò significa che i lidi e le
spiagge libere dovranno quindi attrezzarsi con appositi, adeguati e
sufficienti,contenitori.
L’accesso alla spiaggia è gratuito anche attraverso gli stabilimenti. Non può
essere richiesto alcun pedaggio , e si può usufruire della battigia, ossia
dell’area di cinque metri dalla riva, esclusa per legge dalla concessione, sempre.
L’unica regola è evitare la sua occupazione con ombrelloni o mezzi ingombranti
che possano pregiudicare anche la sicurezza in caso di intervento. Le s piagge
libere devono essere alternate a quelle occupate da stabilimenti e la loro pulizia
spetta al comune o in mancanza allo stabilimento confinante. Anche sulle spiagge
libere deve essere presente il servizio di salvamento e la segnalazione di pericolo
alle quali dovrà provvedere il comune e, in mancanza, i bagnini degli stabilimenti
confinanti. Infatti questi hanno obbligo di intervento in situazioni di pericolo,
anche sulla spiaggia libera .
La L. 494/1993 ha previsto l’adozione a cura delle Regioni di un Piano di Utilizzo
delle Aree Demaniali, previo parere dei Sindaci costieri, che dovrebbe favorire lo
sviluppo turistico prevedendo standard qualitativi e di prezzo rapportati alla zona
di interesse e dovrebbe prevedere così una omogeneità anche nei servizi resi e
prezzi applicati. Piano , naturalmente, mai adottato in Campania!
Tutte le irregolarità riscontrate dovranno essere segnalate, a seconda della
situazione , alla Polizia Municipale, quando riguardino i servizi rientranti nella
concessione, al la G.F. per omissioni fiscali, e alla Capitaneria ove riguardino la
sicurezza. La sanzione a seconda della gravità può comportare anche la revoca
della concessione. Vigilate gente Vigilate e non ingogliate il rospo….
Avv. Raffaella D’Angelo Resp. Uff. Leg ale Codacons Campania