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LUDOPATIA
Quando si parla di gioco d’azzardo si intende un’attività in cui non rientra più l’abilità del giocatore ma soltanto la fortuna e lo scopo di lucro

LUDOPATIA

Quando si parla di gioco d’azzardo si intende un’attività in cui non rientra più l’abilità del giocatore ma soltanto la fortuna e lo scopo di lucro



LUDOPATIA
Quando si parla di “gioco d’azzardo” si intende un’attività in cui non rientra più l’abilità del
giocatore ma soltanto la fortuna e lo scopo di lucro.
Che in Italia si giochi sempre più d’azzardo è dimostrato dal fatto che la spesa nel 2015 è arrivata a
17,5 miliardi e per l`erario l`affare è ghiotto: all’inizio del mese di maggio di quest’anno, in
Commissione Finanze della Camera dei deputati il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta,
rispondendo ad un’interrogazione, ha esposto i dati relativi alla raccolta complessiva del gioco
d’azzardo e alla spesa sostenuta dai giocatori in Italia nel corso del 2015. Il sottosegretario
riportando cifre dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, ha riferito che lo scorso anno lo Stato ha
incassato dal gioco ben 8,7 miliardi di euro, cioè circa il 50% dei 17,5 miliardi di spesa totale
sostenuta dagli italiani, di cui parlavamo prima.
E’ certo che l’attuale situazione economica è colpevole perché ovviamente più i cittadini si
impoveriscono e più tentano la fortuna, in cerca di quel tocco di magia che tocca a pochi ma che la
diffusione che ne dà la stampa, fa in modo che siano in tanti, tantissimi, a percorrere strade a volte
senza ritorno che portano a gravi patologie. Secondo una ricerca del dicembre 2014 di Sistema
gioco Italia, la federazione di filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento che aderisce a
Confindustria, in Italia ci sono 790mila dipendenti dal gioco d’azzardo e sarebbero circa 1 milione e
750mila i giocatori a rischio patologia.
Tentare la fortuna sarebbe normale se non fosse che il gioco non paga mai e dà forti forme di
assuefazione al punto che è ormai considerata una patologia che deve essere curata e non
incentivata.
Insomma, se è vero che da una parte il gioco d’azzardo genera entrate significative per l’erario
dall’altra rischia di generare costi sociali altrettanto rilevanti ed un’inversione di tendenza non si è
ancora materializzata. Eppure il Parlamento ha messo già, nero su bianco, l’intenzione di cambiare
rotta. A marzo 2015 la Camera ha approvato una mozione contro la ludopatia, che impegna il
governo a «promuovere misure restrittive, sia di ordine normativo che amministrativo, finalizzate al
contrasto della diffusione del gioco d’azzardo». Nel mese di giugno seguente i ministri della Salute,
Beatrice Lorenzin, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno firmato il decreto per istituire un
Osservatorio per il contrasto e la diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza
grave, previsto dalla legge di Stabilità 2015.
Purtroppo l’Osservatorio si è riunito in prima seduta solo lo scorso aprile. Ci sarà quindi, ancora
molto da fare.
A volte il vivere quotidiano, con i suoi ritmi frenetici e stressanti ci fa rifugiare nel “gioco” o in
qualche attività che abbia come scopo la ricreazione e lo svago, purtroppo però il gioco da magico
può diventare demoniaco e non è un mistero che per la Chiesa il gioco d’azzardo abbia attinenza
diretta con l’influenza demoniaca, che spinge i cittadini a rovinare la propria vita e sperperare il
proprio denaro. Per questo è stata firmata una importante convenzione tra il Codacons, la
“Congregazione del Culto Divino e la disciplina dei sacramenti” del Vaticano e l’Aie (Associazione
internazionale esorcisti, organismo che ha ottenuto pieno riconoscimento giuridico da Papa
Francesco), allo scopo di introdurre nuovi strumenti in Italia per contrastare il gioco d’azzardo e
tutelare i cittadini.
La questione della dipendenza da gioco è infatti da tempo al centro dell’attenzione del Vaticano,
che in più occasioni si è scagliato contro il proliferare di sale slot e videopoker che impoveriscono
la società e portano a drammi economici e familiari. Posizione da sempre condivisa dal Codacons, che contro la ludopatia ha avviato non solo importanti battaglie legali nel nostro paese, ma anche
progetti concreti per tutelare i giocatori.
Proprio a seguito di tale unità di intenti ed in base alla convenzione, il Vaticano non solo
intensificherà gli sforzi nelle parrocchie e nelle sedi di culto contro il gioco d’azzardo, grazie alla
presenza di esperti del Codacons che spiegheranno ai fedeli i rischi legati al gioco, ma aprirà la
strada alla possibilità che nei casi più gravi di dipendenza e in presenza di un parere preventivo di
un religioso, i giocatori siano sottoposti a veri e propri esorcismi, che saranno eseguiti da un
membro dell’Aie individuato dalla Congregazione.
Si tratta di una formula innovativa di lotta al gioco, che equipara la ludopatia all’influenza del
demonio sull’uomo e che per questo sarà attuata solo in casi estremi, laddove le normali cure
previste dal nostro sistema sanitario non ottengano alcun miglioramento delle condizioni del
giocatore, che è completamente assorbito in un’atmosfera infuocata, subdola, ambigua quale quella
del gioco d’azzardo, che lo travolge, intontisce e soggioga, irrompendo nella sua quotidianità,
dilagando nella sfera personale, familiare, lavorativa e sociale.
Presidente Codacons Campania
Prof. Enrico Marchetti